La storia
La nascita di Marciana Marina come territorio indipendente è relativamente recente, sebbene le origini della sua popolazione siano antichissime. Alla fine del 1300 Gherardo Appiani, venduto il territorio di Pisa a Gian Galeazzo Visconti per 200.000 fiorini, costituì lo Stato di Piombino comprensivo di Piombino, alcuni castelli vicini, l’Isola d’Elba e le isole di Pianosa e Montecristo, sul quale la sua famiglia avrebbe regnato per oltre un paio di secoli. Durante tale periodo il territorio dell’Elba venne suddiviso in sei comunità (Marciana, Poggio, Rio, Capoliveri, San Piero in Campo e Sant’Ilario) che godevano di una larga autonomia, ma che facevano capo al Governatore Generale designato dagli Appiani e residente a Piombino.
Per oltre tre secoli l’intera isola venne devastata da frequenti incursioni corsare. La più atroce fu quella compiuta, nel 1534, dal famigerato Ariadeno Barbarossa, un Maltese al quale il Sultano di Turchia aveva conferito il comando in capo della flotta Ottomanna. L’eco della feroce incursione su Rio giunse a Marciana e a Poggio dove furono suonate le campane a stormo. Gruppi di uomini si armarono e marciarono alla volta di Rio. Ma arrivarono troppo tardi: quando, cioè, le navi si erano già staccate dalla spiaggia. Per tentare di arginare queste distruzioni, i Signori dell’Elba iniziarono la costruzione delle Piazzeforti di Portoferraio e di Longone, grazie alle quali le incursioni piratesche ebbero, sostanzialmente, fine.
In conseguenza di questo nuovo stato di fatto, ebbe inizio un movimento lento ma inarrestabile, delle popolazioni verso la costa, specialmente verso quelle zone nelle quali esistevano terreni pianeggianti e uno sbocco al mare, sui quali era possibile lo sviluppo dell’agricoltura, mentre la presenza di approdi apriva la via a trasporti e traffici marittimi. Si formarono così piccoli centri – le Marine – che nel tempo avrebbero via via acquistato un’importanza sempre crescente e richiamato a valle un numero maggiore di abitanti sottraendoli ai paesi montani. Sull’onda di questo irreversibile movimento si costituì quindi sulla costa nord-occidentale dell’Isola, il centro abitato di Marciana Marina, denominato inizialmente, anche nei documenti ufficiali dell’epoca, “la Marina di Marciana”.
La Marina di Marciana era allora suddivisa in due parti ben distinte: quella del “Cotone”, appartenente alla comunità di Poggio e quella pianeggiante, verso la Torre, appartenente alla comunità di Marciana: una suddivisione di cui è rimasta traccia ancora oggi nei cognomi delle famiglie che abitano ancora nei quartieri di origine. Intanto la rada antistante alla spiaggia marcianese andava assumendo un’importanza sempre crescente, rappresentando il porto naturale sia per Marciana sia per Poggio. Vi facevano scalo i bastimenti elbani e liguri che imbarcavano i rinomati vini prodotti nella vallata Marcianese per distribuirli fra i porti liguri e toscani. Altri bastimenti vi sbarcavano grani, che – pur prodotti nella zona – non erano sufficienti al fabbisogno della popolazione. Questi traffici vari ed intensi avevano reso necessaria la dislocazione di doganieri per la riscossione delle gabelle sulle merci in partenza e arrivo, magazzinieri e “Provveditori della Torre” che si occupavano delle sussistenze per il presidio e alla manutenzione dell’edificio.
Nel 1799 sbarcarono le prime truppe francesi all’Elba e nel 1802 Napoleone Bonaparte, Primo Console, emanò un senatus-consulto con il quale l’Isola d’Elba veniva riunita al territorio della Repubblica Francese, dopo non poche resistenze da parte delle popolazioni locali. Sotto la dominazione francese, fino praticamente al 1814, l’Elba visse un periodo sostanzialmente positivo. I Francesi dettero nuovo impulso all’economia elbana, favorendo i traffici marittimi, incoraggiando l’agricoltura e la viticoltura, curando anche il miglioramento di porti e strade. Nello stesso periodo l’isola venne suddivisa in sette Comunità, di cui una – quella di Marciana – comprendeva anche Poggio e la Marina di Marciana, e iniziò la formazione del catasto che gli Elbani fino ad allora non avevano mai avuto.
Il 3 maggio 1814 Napoleone stesso entrò a Portoferraio a bordo della corvetta inglese “Undaunted” per iniziare il suo esilio all’Elba. Trattenutosi a bordo, egli si dedicò innanzitutto a studiare disegno e colori della bandiera che avrebbe simboleggiato il suo nuovo Regno. Confezionata in fretta, con una tela da vela, la bandiera (fondo bianco, attraversato diagonalmente da una banda rossa sulla quale campeggiavano tre api d’oro) fu portata in città nella mattinata del 4 maggio e subito inalberata sul Forte Stella. Lo sbarco di Napoleone e la sua visita alle varie località dell’isola furono accolti con grandioso entusiasmo da parte della popolazione locale. Anche il territorio di Marciana, Marciana Marina e Poggio fu da Lui esaminato e valutato. Scrisse M. Valery, bibliotecario dei Palazzi di Versailles e autore di un libro di viaggi all’Elba, che Marciana, Marciana Marina e Poggio erano le mete preferite delle escursioni di Napoleone, il quale vi era attratto dalla freschezza dell’aria e dalla purezza dell’acqua ma, più ancora, dalla natura forte e dall’indole fiera degli abitanti: il cui carattere era, a giudizio dell’Imperatore, assai somigliante a quello dei Corsi.
Nel 1884, a seguito di istanze proposte dagli elettori di Marciana Marina, di San Ilario e di San Piero in Campo e, previa deliberazione favorevole del Consiglio Provinciale di Livorno, un decreto reale in data 23 Marzo dispose la divisione del Comune di Marciana in due Comuni distinti, nonchè l’elezione della frazione di Marciana Marina in Comune autonomo comprendente le frazioni di San Ilario, San Piero in Campo, Porto di Campo e Pianosa. Il nuovo Comune di Marciana Marina aveva una popolazione di 5.376 abitanti di cui 2.426 nel Capoluogo. Il suo primo Sindaco fu il Antonio Parilli che tenne la carica dal 1884 al 1889, seguito da Carlo Vadi. Appena dieci anni dopo, nel 1894, si costituì staccandosi dal Comune di Marciana Marina, il Comune di Campo nell’Elba, con sede a Marina di Campo e con le frazioni di San Ilario, San Piero in Campo, Pila e Isola di Pianosa. Dopo questo distacco, Marciana Marina diventò il Comune più piccolo dell’Isola, con una superficie di Kmq. 5,75 ed una popolazione (secondo il censimento del 1901) di 1827 abitanti. Fù in questo periodo che si dette inizio, a Marciana Marina, alla costruzione del Viale Regina Margherita: un’incantevole “passeggiata a mare” che si snoda, bordata di tamerici, lungo l’arco della costa, partendo dal centro della spiaggia sino a giungere ai piedi della scogliera sulla quale si erge , maestosa, la Torre.
Nel periodo della Prima Guerra Mondiale (1915-1918) il territorio elbano rimase immune da offese belliche, eccezion fatta per le cannonate sparate da un sottomarino germanico che, emerso all’alba del 23 maggio 1916 nella rada di Portoferraio, cannoneggiò gli Alti Forni senza arrecare danni apprezzabili, ma affondò un piccolo bastimento ed uccise due persone. Sui primi dell’aprile 1921, nacque a Marciana Marina, il Fascio di Combattimento, a breve distanza da quello di Portoferraio che, all’Elba, era nato per primo. Ma nè allora nè mai si verificarono a Marciana Marina azioni squadristiche o violenze gravi. Nell’anno successivo (18 ottobre 1922) ebbe inizio il ventennio fascista a seguito della presa di potere da parte dei Fasci. Il governo fascista riformò la struttura delle Amministrazioni Comunali a capo delle quali fu posto un funzionario di nomina governativa chiamato “il Podestà”. Nel dicembre 1925, Antonio Braschi fu Giuseppe – un Marcianese della Marina, residente in America da molti anni – elargì 100.000 lire al Comune per “miglioramenti scolastici” nel paese natio. Fu così che nel 1928 fu posta la prima pietra di un nuovo edificio scolastico.
Nella Seconda Guerra Mondiale, il territorio dell’Elba diventò, ancora una volta, teatro di guerra e campo di battaglia fra eserciti stranieri. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 i tedeschi, dopo un atroce bombardamento aereo di Portoferraio, costrinsero alla resa le truppe italiane che presidiavano l’Elba e occuparono l’intero territorio dell’isola. Seguirono mesi “bui” durante i quali le popolazioni elbane condussero una vita durissima adattandosi a mille espedienti e arrabattandosi in mille mestieri. Nell’anno successivo l’Alto Comando Alleato decise di occupare l’Isola d’Elba procedendo alla sua liberazione. L’operazione, chiamata “Operazione Brassard” scattò nella mattinata del 16 giugno 1944. Una divisione di Fanteria Coloniale Francese, sbarcata sulla spiaggia di Marina di Campo, si impadroniva della parte occidentale dell’isola e, affacciandosi poi sul versante settentrionale, occupava Marciana, Poggio e Marciana Marina. Nei due giorni successivi l’occupazione da parte delle truppe Francesi era completa. Conclusasi la guerra, si installò all’Elba un Governo Militare Alleato (A.M.G.) che tenne l’amministrazione dell’isola emanando a iosa ordinanze di polizia. In compenso dispensò pane bianco e scatolette di “vegetable meat” e, per mitigare la durezza dei tempi, non mancò di organizzare sagre e feste danzanti al chiuso e all’aperto. In questa difficile contingenza le popolazioni Elbane dettero prova di alta educazione civile, dando mano, immediatamente e con tutta lena all’opera di ricostruzione.
Ultimo aggiornamento
25 Settembre 2019, 09:01